Campagne

Le campagne associative Asmel sono uno strumento fondamentale di relazione tra i Comuni soci e la generalità del mondo politico, istituzionale e della società.
In particolare, le class action sostenute da Asmel puntano alla salvaguardia dell’autonomia dei Comuni sempre più stretti da misure di emergenza e politiche aleatorie come quelle sull’associazionismo obbligatorio di funzioni tra i piccoli Comuni, palesemente inapplicabili, diseconomiche e lesive dell’autonomia costituzionale dei Comuni Italiani.

 

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato il Decreto previsto dall’art.77, comma 10 del Codice dei contratti pubblici per stabilire la tariffa di iscrizione all'Albo ANAC dei Commissari e il compenso massimo per gli stessi d.m. (MIT) 12 febbraio 2018 pubblicato in G.U. n. 88 del 16 aprile 2018. Piccolo dettaglio di non poco conto , con un chiaro eccesso di delega, il MIT ha fissato anche delle tariffe “minime”, senza riflettere sul fatto che per l’80% delle gare comunali le 9.150 euro (11.000 con le spese di trasferta) non trovano capienza nel quadro economico. 


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A seguito dei ricorsi al TAR (con supporto legale gratuito di ASMEL), da parte di Comuni Soci soggetti all'azione di rivalsa del MEF in tema di conferimento in discarica dei rifiuti, è di questi giorni una nota del MEF con la quale lo stesso avvia formalmente il procedimento nei confronti dei Comuni.


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Gli adempimenti burocratici rappresentano ormai l’attività più assorbente che grava in capo ai dipendenti pubblici. Le responsabilità dirigenziali si misurano non in base ai risultati conseguiti ma in base ad adempimenti formali, spesso ridondanti ed autoreferenziali. ASMEL ha censito circa 1120 adempimenti che appesantiscono il lavoro degli uffici comunali. In primis quelli amministrativi e finanziari, per non parlare degli adempimenti imposti ai responsabili degli appalti, chiamati a caricare dati e informazioni su tutti i distinti portali statali soltanto perché questi non prevedono un’automatica condivisione delle banche dati. A ciò si aggiunge un’inflazione normativa senza precedenti.


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Lo scorso 8 gennaio 2019 si è tenuta l’udienza innanzi alla Corte Costituzionale a seguito dell’Ordinanza n. 1027/2017 con cui il TAR Lazio ha accolto il ricorso promosso da ASMEL per l’affermazione dell’incostituzionalità della norma sull’accorpamento coatto dei Comuni.
Grazie alla class action promossa da Asmel sono state stoppate le norme sull’associazionismo obbligatorio di funzioni, palesemente inapplicabili, diseconomiche e lesive dell’autonomia costituzionale dei Comuni Italiani. Il Tribunale ha accolto tutte le eccezioni di incostituzionalità sollevate che evidenziano come la legge contestata violasse ben nove articoli della Costituzione. Nelle prossime settimane verrà reso noto il provvedimento della Suprema Corte che dovrebbe porre fine ai tentativi di comprimere la libertà dei Comuni con provvedimenti normativi illegittimi e impraticabili.
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Da tutt’Italia riceviamo segnalazioni di Sindaci, ufficiali di Governo in materia statistica, raggiunti da multe (euro 1032) per aver omesso di fornire i dati e le notizie richieste sulla rilevazione statistica sui permessi a costruire. Sulla base delle segnalazioni sinora raccolte, stimiamo in poco meno di 1500 i Comuni coinvolti.  La norma violata sarebbe il D.lgs. 322/1989 che istituisce il SISTAN, Sistema Statistico Nazionale, di cui fanno parte ISTAT, gli Uffici di statistica della PA centrale, di altri Enti pubblici e degli Enti locali, che operano seguendo le direttive del Comitato di indirizzo e coordinamento, in cui siedono tre rappresentanti ANCI. Senonché, in applicazione di questa norma, l’art. 12 del TUEL  prescrive il dialogo in automatico tra i software comunali e quelli ISTAT e rinvia le misure necessarie in capo alla Conferenza Unificata, sempre presidiata da ANCI, che invece ha nicchiato scaldando la sedia, anzi le sedie.
Se i Sindaci coinvolti non hanno alternative al ricorso, nei 30 giorni, al Prefetto ASMEL attiverà tutte le iniziative, per una soluzione politica pena una grave perdita di credibilità per tutta la PA. Se, come spesso avviene, ANCI si intesterà la vittoria, saremo comunque soddisfatti.


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