Multe ISTAT - 2024

La Lettera al Presidente ISTAT

Asmel scende in campo nuovamente a sostegno delle ragioni dei Comuni con una campagna già inaugurata nel 2017, quella delle ingiuste multe ISTAT ai Comuni. Da tutt’Italia, infatti, sono giunte segnalazioni di Sindaci, ufficiali di Governo in materia statistica, colpiti da multe di oltre mille euro per il mancato invio dei dati richiesti dall'Istat.

Con una lettera aperta inviata al Presidente ISTAT il 13 febbraio 2024, ASMEL ricorda che i Comuni, anche i più piccoli, “sono tenuti al rispetto di ben 1.200 adempimenti, compresi quelli ISTAT” e devono quotidianamente sciogliere il dilemma adempiere o funzionare.  Per ASMEL che “assicura il patrocinio legale gratuito in tutte le sedi deputate per affermare il principio di leale collaborazione tra Enti pubblici scolpito nel nostro Ordinamento, è intollerabile che, con “una macchina comunale perennemente sotto sforzo, il Sindaco sia chiamato a rispondere di tasca propria”.

Come già avvenuto nella campagna del 2017, l’Associazione contesta il mancato rispetto di una norma inattuata da oltre vent’anni che impone l’interazione e lo scambio automatizzato dei dati all’interno del SISTAN, il Sistema statistico nazionale, cui sono collegate sia le amministrazioni centrali che quelle territoriali. 

Il paradosso, sostiene Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL, «è che il SISTAN è governato proprio da ISTAT e da altri apparati centrali, tra cui ANCI, l’Associazione che assume di detenere il monopolio della rappresentanza dei Comuni italiani. È il SISTAN dunque che non rispetta la legge, mentre ISTAT e ANCI si dividono i compiti. Il primo sanziona gli Enti che non hanno trasmesso i dati e la seconda interviene per sensibilizzare tutti i Prefetti a tener conto, nella valutazione dei ricorsi dei Comuni, delle circostanze che hanno indotto alcuni enti ad essere inadempienti».

Per ASMEL, invece, i Comuni non sono inadempienti, anzi sono già attrezzati per dialogare con il SISTAN ed è intollerabile che venga sanzionato l’Ente singolo. Perciò incalza l’ISTAT che «deve dunque solo indicare ufficialmente il “format” delle informazioni di cui necessita, per acquisirle in automatico sui propri sistemi, ponendo fine a una ultraventennale violazione di un preciso obbligo di legge e semplificando gli adempimenti in capo ai Comuni».

Per Giovanni Caggiano, Presidente ASMEL, «Occorre sfatare la novella, alimentata da apparati centrali lontani mille miglia dalle realtà territoriali, secondo cui i Comuni sono scarsamente digitalizzati. Già sei anni fa, quando fu imposto l’obbligo di comunicazioni elettroniche per gestire gli appalti, i Comuni si fecero trovare pronti, malgrado lo scetticismo diffuso. Compreso quello di ANCI che suggerì di inserire nelle buste cartacee di gara le chiavette USB, per farle passare come comunicazioni elettroniche. Inoltre, dal gennaio di quest’anno con la completa digitalizzazione degli appalti, i Comuni si sono fatti trovare attrezzati, a fronte di eclatanti défaillance degli apparati che avrebbero dovuto garantire il funzionamento del sistema, ANAC e CONSIP in primis».

Va sottolineato, conclude Pinto, «che i Comuni versano, da sempre, un canone annuo ai fornitori per la manutenzione evolutiva dei software gestionali e, in ordine sparso, già trasmettono in automatico gran parte dei dati ad ISTAT. Basta che ISTAT indichi ufficialmente il tracciato delle informazioni richieste, e la circolarità automatizzata imposta dalla legge si realizzerà in modo completo e uniforme senza oneri per nessuno. Anzi si eviteranno quelli per inutili contenziosi legati all’approccio autoritativo degli apparati centrali. L’esperienza ASMEL dimostra che la digitalizzazione, come tutte le innovazioni tecnologiche, si afferma con un approccio cooperativo e pervasivo, mai prescrittivo».

Patrocinio legale gratuito 

Asmel perseguendo la logica della sussidiarietà supporta gli enti colpiti con il patroinio legale gratuito per il ricorso ai prefetti.

Per informazioni e supporto scrivere a petizione@asmel.eu

 

 

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