VAIRANO E ANAC, DAVIDE CONTRO GOLIA Un piccolo Comune casertano si ribella all’Anticorruzione e il Tar gli dà ragione, virale la notizia sui social È diventata virale con un post Facebook la notizia della sconfitta in Tribunale di ANAC, ad opera di un piccolo Comune casertano di seimila abitanti, Vairano Patenora.

21/10/2020

Che, a gennaio scorso, si è visto recapitare dall’Autorità Anticorruzione una nota che intimava di fermare una gara d’appalto per il rifacimento della pubblica illuminazione. Il Comune ha rifiutato, ritenendo che un’opera tanto attesa dai cittadini, non poteva bloccarsi per un parere avverso di ANAC. La quale, avvalendosi degli eccezionali poteri che la legge le conferisce - se ritiene che vi siano gravi violazioni del Codice Appalti - ha presentato ricorso al TAR Campania, che ha letteralmente assediato con richieste urgenti per sospendere la gara, in attesa del giudizio di merito. In pieno lockdown, il Tribunale ha emanato ben quattro provvedimenti per bocciare le richieste. Finché, nell’Udienza di merito, ha sancito che il ricorso era infondato e ha accolto le ragioni del Comune. La Sentenza ha riconosciuto il buon diritto di ANAC a costituirsi in giudizio nei casi di gravi violazioni delle norme sugli appalti. Ma ha stabilito che la Stazione appaltante non aveva affatto violato il Codice e che il ricorso era basato solo sulla presunta illegittimità di una clausola contrattuale, che avrebbe leso il principio di concorrenza. Il Collegio ha invece escluso ogni limitazione della concorrenza. La supposta irregolarità non avrebbe potuto inficiare la regolarità della gara, perché riferita solo al successivo rapporto tra aggiudicatario e Comune. Pubblicata con un post sui social ASMEL, l’Associazione di oltre 3.300 Comuni promotrice della centrale di committenza, la notizia è presto diventata virale con migliaia di like e condivisioni. Molti i commenti di funzionari pubblici che lamentano insoddisfazione verso l’Autorità, denunciando un palese rallentamento degli iter procedurali. «Si dovrebbe – spiega Francesco Pinto – prendere atto di questo malessere generalizzato che, seppur non vincolante come ovvio, potrebbe far riflettere sulla realtà e spingere a cercare soluzioni concrete. Ascoltare i Comuni, cosa che viene fatta sempre più di rado, può aiutare ad individuare alternative valide ad Autorità che spesso creano più problemi che semplificazioni. Ed oggi che quest’ultima parola è più che mai d’attualità, potrebbe davvero esser giunto il momento per dare il via libera a un cambiamento che metta al centro gli enti locali».

 

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