CONDANNA ANAC, RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Dalla Sicilia riceviamo riscontro alla ns. circolare del 18 giugno, sulla condanna inflitta ad ANAC

30/06/2020

«Seguo con interesse questa sorta di "sfida" fra l'Associazione e l'ANAC. Proprio perché provo simpatia per la fruttuosa bellicosità e fermezza di ASMEL voglio esprimere un modesto giudizio sui toni che l'Associazione utilizza sulle vicende che la vedono, suo malgrado, contrapposta, seppure in difesa, nei confronti di ANAC. Ma - proprio perché l'Associazione riveste, dall'alto della richiamata adesione di enti locali, un ruolo, oserei dire, istituzionale e l'ANAC, seppure nella evidente fallibilità, rappresenta un organismo di vigilanza dello Stato - mi permetto di suggerire che ASMEL, ribadendo le proprie ragioni con fermezza ed autorevolezza, dovrebbe utilizzare toni più pacati, formalmente distaccati seppure incisivi. Viceversa l'esposizione dei fatti, a mio giudizio, rischia di assumere le forme di una querelle fra ASMEL ed ANAC, ove, per contro, costituisce una legittima difesa di principi di democrazia. Tanto meditavo da tempo e sentivo di dover esprimere. Scusandomi per la schiettezza porgo cordiali saluti ed auguro ad ASMEL ogni ulteriore vittoria nelle sedi opportune».

Ringraziamo per la schiettezza, che esprime una condivisione convinta delle nostre posizioni, per gli auguri e per il suggerimento che leggiamo come critica costruttiva

Facciamo, dunque “pacatamente” parlare i fatti: Ecco come ha reagito ANAC alla condanna inflittale dal TAR: «La vicenda riguarda l'accesso ad atti interni che l'Anac, con proprio regolamento, ha sempre ritenuto riservati. Se l'orientamento del giudice amministrativo sarà confermato, l'Autorità si conformerà a quanto stabilito». Ovvio che l’accesso riguardi atti interni e non esterni. ANAC ha provato a trincerarsi dietro il proprio Regolamento e proprio per questo motivo, è stata condannata per lite temeraria. Ovvio che l’Autorità sarà costretta a conformarsi alla pronuncia del Consiglio di Stato. Emerge “pacatamente” che si tratta di una risposta tipica dei legulei, che si appigliano a ovvietà, e pensano che gli altri abbiano l’anello al naso. I fatti dicono che è stato accertato per via giudiziaria, che ANAC ha negato, ben due volte, l’accesso agli atti. A seguito del primo rifiuto, siamo ricorsi al Tribunale. Siamo stati dunque accolti, ma presi in giro. ANAC ha fornito atti non richiesti e ha vietato l’accesso a quelli richiesti. Detto pacatamente: Non proprio il massimo per un’Autorità che “promuove la trasparenza”. Anzi, sanziona chi non la rispetta.

 

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