Il TAR Lazio conferma: salta l'obbligo di gestione associata Basta con le reiterate scadenze e proroghe per l'associazionismo comunale

23/12/2019

Basta con le reiterate scadenze - l'ultima è quella del 31 dicembre prossimo - e proroghe per l'associazionismo comunale. Con sentenza n. 13283 del 19 novembre 2019 il TAR LAZIO ha definitivamente accolto il ricorso presentato dai Comuni ASMEL dichiarando l'annullamento della circolare del Ministero dell'Interno del 2015 che imponeva il commissariamento per i Comuni renitenti all'obbligo per i Comuni di minori dimensioni di procedere all'accorpamento delle funzioni fondamentali di cui all'art. 14 del DL n. 78/2010, convertito in legge n.122/2010. Per il Tar Lazio si tratta di una normativa, allo stato, non applicabile alla luce della Sentenza della Corte Costituzionale, che accogliendo il ricorso ASMEL ne ha decretato l'incostituzionalità.  L'Associazione aveva dunque colto nel segno, nel contrastare con tenacia una disposizione capestro, fortemente caldeggiata da ANCI in violazione di ogni principio di autonomia degli Enti Locali. Il TAR ha ribadito che non sussiste più alcun obbligo di accorpamento delle funzioni in quanto «la disciplina legislativa risultante all'esito della declaratoria di incostituzionalità risulta inapplicabile».

La gestione associata, secondo ASMEL, non è una ricetta che può essere imposta per legge e in violazione delle garanzie costituzionali e su questo punto continuerà a vigilare e, nel caso, combattere.

Il Governo, infatti, ha già provveduto in Conferenza Stato Città (in accordo con ANCI) a varare "linee guida" per le gestioni associate. A leggerle, emerge subito che si passa dalla padella alla brace, perché vengono accolte tutte le bislacche formule su cui ANCI si sgola da qualche anno e che ASMEL ha già bollato come ASSOCIAZIONISMO SPINTANEO. In pratica, I Comuni (TUTTI, non solo i piccoli) devono accordarsi per definire VOLONTARIAMENTE ambiti ottimali, nell'ambito dei quali gestire OBBLIGATORIAMENTE almeno tre funzioni. Se lo fanno avranno in premio degli incentivi, se non lo fanno, scatta il Commissariamento della Regione che provvederà a disegnarne d'imperio i confini.

Come si stabiliranno i premi è tutto da vedere. Che ne sarà dei Comuni renitenti, che, causa contiguità territoriale, si troveranno coinvolti nei confini disegnati d'imperio? Le gestioni associate presenteranno necessariamente dei buchi all'interno dei confini "imperiali". Forse verranno premiati solo quelli attratti "spintaneamente" dagli incentivi e si obbligheranno i renitenti?

E i soldi per gli incentivi da dove usciranno? Si ripeterà lo sconcio degli incentivi per le fusioni, che il Governo ha prima promesso e poi ha cercato di dimezzare, causa ristrettezze di bilancio? Nelle linee guida già approvate, c'è scritto chiaro che chi si tira indietro si troverà in casa il Commissario prefettizio. Insomma, una gran confusione. Per ASMEL non esistono mezzi termini. Le gestioni associate si fanno se, e solo se, dal basso, i Comuni trovano interesse e convenienza a farle. Seguendo la formula della sussidiarietà, altra faccia dell'autonomia, già sperimentata nelle tante community realizzate all'interno della rete ASMEL. Associando i servizi, non le funzioni. Attraverso la rete (vedi la Centrale di committenza) si possono gestire tanti servizi. Certo, non quelli strettamente legati al territorio (rete idrica, pianificazione territoriale, distretti turistici, ecc). Ma per questi ultimi esistono già le norme. Solo l'ossessione centralista e dirigista degli apparati romani, suggestionati da ANCI, può partorire "linee guida" tanto bislacche.

In definitiva, ASMEL sarà vigile per contrastare quanto, cacciato dalla porta, si vuol far rientrare dalla finestra.

Qui sentenza n. 13283/2019 TAR Lazio

 

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