04/06/2025
La tradizionale parata dei Sindaci ai Fori Imperiali, in occasione del 2 giugno, rappresenta un momento simbolico di coesione nazionale e di celebrazione dei valori fondanti della Repubblica e della Costituzione. Un’occasione in cui i rappresentanti delle autonomie locali, in fascia tricolore, testimoniano il radicamento della democrazia nei territori e l’unità che contraddistingue l’identità italiana.
Quest’anno, tale celebrazione è stata offuscata da un episodio che ha suscitato una legittima indignazione: l’esclusione del Sindaco del Comune di Busano, Carlo Vassallo, dall’elenco dei partecipanti alla parata. Un’esclusione che non ha motivazioni istituzionali o organizzative, ma è solo legata all’adesione a un’associazione diversa dall’Anci.
Si tratta di un episodio che pone interrogativi sulla neutralità delle Istituzioni e sulla legittimità di meccanismi che rischiano di trasformare un momento di unità in una passerella riservata a pochi.
ASMEL ha denunciato con fermezza quanto accaduto, rilanciando un appello per salvaguardare pluralismo associativo nelle sedi istituzionali, principio sancito dal TUEL e fondamento di ogni democrazia. A fronte di tale esclusione, è stata indirizzata una Lettera Aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cui sottoscrizione è partita proprio dal Sindaco di Busano e sta già raccogliendo adesioni da Sindaci di tutta Italia affinché simili episodi non si ripetano.
Abbiamo raccolto la testimonianza del Sindaco Vassallo, che proprio con queste parole ha riassunto il suo pensiero: «Il 2 giugno non può essere la festa di un’élite».
Cosa rappresenta per lei la parata del 2 giugno? Come si è sentito quando ha scoperto di essere stato escluso?
Per me il 2 giugno rappresenta l’unità del Paese, la nascita della Repubblica e della Costituzione italiana. È un momento che ha un valore simbolico fortissimo, per questo appena sono stato eletto Sindaco ho chiesto come partecipare. Mi era stato detto di presentare domanda nel 2025 e io l’ho fatta già a febbraio di quest’anno. Ad aprile ho ricevuto conferma, ho comprato il biglietto, mi sono organizzato, anche perché proprio in quei giorni avevamo il passaggio del Giro d’Italia a Busano. Poi, il 19 maggio, la mail: ero stato cancellato perché non iscritto ad ANCI.
Quello che mi ha turbato non è stato il fatto di non aver potuto partecipare. So bene che i posti sono limitati. Ma il motivo dell’esclusione sì, mi ha dato molto fastidio. Non è stata una questione di capienza: sono stato escluso per non appartenere a una determinata associazione. E questo è profondamente ingiusto.
Crede che si stia creando una distinzione tra Comuni basata sull’appartenenza associativa?
Assolutamente sì. È come se ci fossero Sindaci “di serie A” e altri considerati “di serie Z”. Ma un Sindaco è un Sindaco, rappresenta una comunità della Repubblica, a prescindere dall’associazione a cui è iscritto, o dal fatto che non voglia iscriversi a nessuna. È questo il problema. Non voglio rimborsi, non cerco rivincite. Voglio solo che la partecipazione alla parata del 2 giugno sia davvero aperta a tutti, perché quella è la festa di tutti i Comuni italiani.
Una critica al sistema di rappresentanza attuale?
Non ce l’ho con ANCI. Semplicemente, a loro è stata data una facoltà, quella di organizzare la partecipazione e l’hanno applicata a modo loro. Ma è proprio questo che contesto: che una sola associazione abbia il potere di decidere chi può rappresentare i Comuni in un’occasione nazionale come questa. La Festa della Repubblica non può essere la festa di un’élite.
Una riflessione conclusiva?
Il mio non è un attacco personale né una questione di orgoglio. È una richiesta di giustizia istituzionale. Il 2 giugno non può essere una passerella riservata a pochi eletti, deve tornare a essere un momento di reale unità nazionale. Perché se la Repubblica è di tutti, la sua festa non può essere solo per alcuni.
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