DIETA MEDITERRANEA, CAGGIANO: "MODELLO VIRTUOSO PER PICCOLI BORGHI E GRANDI CENTRI URBANI"

Si è svolto a Milano, nell’ambito del Milan Urban Food Policy Pact, il confronto sulla Dieta Mediterranea, con un focus nel corso della tavola rotonda «Mediterranean Diet: a tool for the Agenda 2030», a cui ha partecipato il Presidente di ASMEL,  Giovanni Caggiano, in virtù della convenzione con l’Osservatorio sulla Dieta Mediterranea.

DIETA MEDITERRANEA, CAGGIANO: "MODELLO VIRTUOSO PER PICCOLI BORGHI E GRANDI CENTRI URBANI"

Si è svolto a Milano, nell’ambito del Milan Urban Food Policy Pact, il confronto sulla Dieta Mediterranea, con un focus nel corso della tavola rotonda «Mediterranean Diet: a tool for the Agenda 2030», a cui ha partecipato il Presidente di ASMEL,  Giovanni Caggiano, in virtù della convenzione con l’Osservatorio sulla Dieta Mediterranea.

DIETA MEDITERRANEA, CAGGIANO: "MODELLO VIRTUOSO PER PICCOLI BORGHI E GRANDI CENTRI URBANI"

Si è svolto a Milano, nell’ambito del Milan Urban Food Policy Pact, il confronto sulla Dieta Mediterranea, con un focus nel corso della tavola rotonda «Mediterranean Diet: a tool for the Agenda 2030», a cui ha partecipato il Presidente di ASMEL,  Giovanni Caggiano, in virtù della convenzione con l’Osservatorio sulla Dieta Mediterranea.

Si è svolto a Milano, nell’ambito del Milan Urban Food Policy Pact, il confronto sulla Dieta Mediterranea, con un focus nel corso della tavola rotonda «Mediterranean Diet: a tool for the Agenda 2030», a cui ha partecipato il Presidente di ASMEL,  Giovanni Caggiano, in virtù della convenzione con l’Osservatorio sulla Dieta Mediterranea.
Le conclusioni costituiscono una tappa significativa nel percorso di valorizzazione della Dieta Mediterranea come strumento strategico per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsti dall’Agenda 2030.
ASMEL ha svolto un ruolo di primo piano durante la tavola rotonda, confermando il proprio impegno istituzionale nel promuovere modelli alimentari sostenibili per la salute pubblica.

«E’ stato un confronto molto significativo e produttivo – ha dichiarato Caggiano intervenuto alla tavola rotonda –. Ho posto al centro della discussione l’esperienza nel piccolo comune cilentano di Caggiano con l’iniziativa della mensa scolastica “a metro zero e rifiuti zero” che si configura come un modello replicabile e innovativo, capace di coniugare la valorizzazione delle produzioni agroalimentari locali con la promozione di filiere corte e il sostegno alle fasce deboli della popolazione. Non è un caso che, nel corso del meeting – ha aggiunto Caggiano –, sia stato presentato il caso delle mense di Milano che replica, anche a livello di città metropolitana, i modelli virtuosi improntati ai principi della Dieta Mediterranea. La DM costituisce  un  solido collante culturale tra le comunità dei diversi Paesi  del Mediterraneo ,   come riportato dalla testimonianza  di un  Sindaco di una comunità della Turchia. D’altronde questa metodologia non solo favorisce la diffusione di stili di vita sani e consapevoli fra le nuove generazioni, a partire dai bambini delle mense scolastiche, ma costituisce anche un contributo concreto all’economia locale , in particolare  dei territori rurali e interni, spesso marginalizzati, riaffermando così il ruolo centrale delle autonomie locali nella realizzazione delle politiche di welfare territoriale e sostenibilità ambientale».

L’intervento di ASMEL al Milan Urban Food Policy Pact sottolinea con forza come una corretta programmazione e gestione delle mense scolastiche rappresenti una leva strategica per garantire qualità alimentare, sostenibilità, inclusione sociale e progresso territoriale in linea con le direttive internazionali e nazionali. La collaborazione con le istituzioni locali e le realtà produttive del territorio costituisce un elemento imprescindibile per la diffusione di una cultura alimentare responsabile, rispettosa della biodiversità e delle radici culturali italiane.
«ASMEL – ha concluso Caggiano - ribadisce il proprio impegno nella promozione e nel supporto di progetti che integrino salute, cultura locale e sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di comunità resilienti e consapevoli, pronte a raccogliere le sfide ambientali e sociali del presente e del futuro».

Bisogna creare consapevolezza affinchè le scelte alimentari siano più responsabili e la Dieta Mediterranea venga considerata un modello alimentare e culturale in grado di fare prevenzione primaria. «Questo può avvenire – afferma Vito Amendolara, Presidente dell’Osservatorio Dieta Mediterranea – solo inserendo l’educazione alimentare all’interno dei percorsi scolastici dalle scuole elementari alle secondarie di secondo grado, come vera e propria materia curriculare studiata tutto l’anno, supportando gli insegnati con le docenze di biologi nutrizionisti». Secondo Ruggero Lensi, Direttore Generale UNI e Vicepresidente ISO  «La prassi di riferimento UNI/PdR 170 potrebbe essere usata come strumento per costruire i percorsi di formazione più adatti ad ogni fascia di età, per trarre vantaggio di tutti i benefici insiti nella Dieta Mediterranea».

Secondo Francesco Schittulli, Presidente LILT «la corretta alimentazione è uno dei pilastri della prevenzione primaria. In tal senso, la dieta mediterranea rappresenta un modello virtuoso, capace di allontanare circa il 30% dei tumori e ridurre il rischio di patologie oncologiche e non, come le metaboliche, cardiovascolari e altre. Serve un impegno condiviso – istituzioni, mondo produttivo e società civile – per tutelare la salute promuovendo la cultura della sana alimentazione, sin dall’età scolare. Per realizzare questa visione, proponiamo l’istituzione di un tavolo tecnico interdisciplinare che sviluppi questa strategia di prevenzione a lungo termine, per tradurre nella concretezza dei fatti queste aspettative e garantire una più lunga e migliore qualità di vita».